16-07-2019
Dal Congresso Nazionale Forense di Genova del 2010 quante cose sono cambiate? Poche se di fronte al consenso massiccio riportato alle elezioni in favore di una avvocata non corrisponde il risultato di designazione quale Presidente del Consiglio dell'Ordine.
Nessuna disposizione normativa fa discendere dal numero dei voti l'assegnazione della carica ma quando il consenso è così marcato da segnare un notevole distacco dagli altri eletti, la cosa non può essere trascurata e ciò soprattutto quando la legge impone rigide regole in punto di incandidabilità.
Mi riferisco al "doppio mandato" , principio senz'altro condiviso nella sostanza ma gettato nel dibattito come una mina vagante, nel momento meno opportuno a ridosso delle elezioni per il rinnovo dei COA già scaduti, alcuni già rieletti altri in corso di "campagna elettorale".
Far parte del COA per un avvocato significa maggiore impegno e responsabilità senza nessun ritorno di tipo economico ma con la sola grande soddisfazione di avere la fiducia dei propri colleghi.
Non posso che esprimere la mia amarezza nel constatare come l'Avvocatura, che tante battaglie ha affrontato con spirito unitario, si trovi oggi spaccata e divisa: l'augurio è quello che, come a Genova, l'Avvocatura ritrovi nei fondamentali principi etici e deontologici , valore essenziale della nostra professione, la propria unità.
Carla Guidi
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